martedì 8 marzo 2016

La co2 a bassa pressione in acquario - Introduzione


Ciao ragazzi... allacciate bene le cinture di sicurezza... si parte

sarà un argomento interessante!

Chi segue la co2 fai da te da anni e si ricorda come è nata la "formula", sa che inizialmente si sperimentò la co2 senza gel.

In pratica si trattava semplicemente di prendere una bottiglia di acqua o bibita gassata, forare il tappo, inserire un tubicino, sigillare con colla per evitare perdite... e via, diffusore e co2 in acquario

C'era un problema però!
La reazione era insatabile, partenza forte, tanta co2 subito, a seconda della ricetta pure troppa, ma soprattutto la co2 prodotta durava poco.

Pensando che il problema derivasse dal fatto che i lieviti avessero lo zucchero tutto disponibile e subito, ci si inventò qualcosa che facesse in modo di somministrare lo zucchero lentamente e gradualmente, aumentando così la durata della produzione di co2.

Ecco che nacque l'idea di utilizzare il gel.

In realtà, secondo me, si è sempre sbagliato a non tenere in considerazione i lieviti. E' come se ad un certo punto, avessimo imboccato al bivio, il sentiero sbagliato...
Perchè?

Perchè molti, forse tutti, hanno sempre considerato il seguente aspetto, sbagliando: non importa la quantità dei lieviti inseriti, perchè tanto i lieviti si riproducono.
Quindi inserire più o meno lieviti farà solo partire prima o dopo la reazione, per il resto non cambia nulla.... per cui non si è mai dato troppa importanza alla quantità di lieviti da inserire nella ricetta per la produzione di co2 a gel fai da te.

Niente di più sbagliato.
Per confermare la mia ipotesi ho studiato un pò come funziona la fermentazione della birra e del vino.
I lieviti è vero che si riproducono, ma solo inizialmente nel nostro caso, fino a quando dentro la bottiglietta è presente ossigeno.
Finito l'ossigeno cominciano a produrre co2 e a sopravvivere.

In sostanza, per semplificare, i lieviti smettono di riprodursi perchè non ci sono più le condizioni ottimali per riprodursi e passano alla fase di sopravvivenza.

Come ogni organismo sulla Terra, noi compresi, se non ci sono le condizioni ideali per la vita, non pensiamo a mettere su famiglia, ma pensiamo a sopravvivere ed a procurarci il cibo.

Quindi i lieviti, finito l'ossigeno nella bottiglietta, rimangono pressochè stabili come numero e cominciano a produrre co2

Ecco che partire e trovare la giusta quantità di lievito di birra è fondamentale, sia per trovare una ricetta che ci permetta di produrre la quantità di co2 necessaria a seconda della dimensione dell'acquario, sia per la durata della produzione stessa.

Ovviamente il metodo e la ricetta è ancora in fase di sperimentazione, però ho gia avuto buoni risultati. La durata è di circa 1 mese, anche senza gel

Ricordate che la co2 in un acquario low cost, come scritto nel precedente post, serve ad evitare soprattutto la decalcificazione biogena... quindi se siete abituati a consultare la tabella kh/ph per determinare il valore ideale della co2... rilassatevi, con questo metodo non ci sono regolazioni, la regolazione la faremo con la quantità di lieviti da inserire inizialmente... poi farà tutto da solo

Bisogna stare attenti solo a non esagerare per avere troppa co2, quella è pericolosissima... ma in quel caso vorrebbe dire che hai letto male la ricetta, oppure che hai messo la ricetta della co2 a bassa pressione pr un acquario di 100 litri in uno di 20 litri.

Nel prossimo post vi dirò come fare l'impiantino (semplicissimo) e vi svelerò la mia ricetta... ancora da perfezionare

Però facciamo un patto: scrivete almeno 10 commenti dicendo: mi interessa!

Fino a che non vedo almeno 10 persone interessate all'argomento non scrivo niente

Altrimenti non gioco più e mi porto via il pallone! ehehehehe

Ciao

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Quando usare la co2 in acquario vantaggi e svantaggi



La CO₂ in Acquario: È davvero indispensabile?

La questione dell’anidride carbonica (CO₂) in acquario è spesso oggetto di discussione tra gli acquariofili, soprattutto tra chi è alle prime armi. La domanda più comune è: la CO₂ in acquario è davvero necessaria?

La risposta breve è: dipende.

Potrebbe sembrare evasiva, ma è importante comprendere il contesto per valutare quando e se sia opportuno utilizzare la CO₂ in un acquario. Vediamo insieme alcuni punti chiave.


È possibile far crescere piante acquatiche senza CO₂?

Assolutamente sì. Personalmente ho coltivato spesso piante in acquari privi di impianti di CO₂, ottenendo comunque una crescita sana, anche se più lenta. Questo può persino rappresentare un vantaggio: una crescita meno rapida significa meno potature e minori interventi, contribuendo a una maggiore stabilità del sistema.


Il vero problema: la decalcificazione biogena

Il nodo centrale non è tanto la crescita delle piante, quanto l’impatto sull’equilibrio chimico dell’acqua, in particolare sul valore del KH (durezza carbonatica). Le piante, per crescere, necessitano principalmente di carbonio. In assenza di CO₂ disciolta, molte specie ricorrono alla decalcificazione biogena: un processo in cui il carbonio viene ricavato dai bicarbonati presenti in acqua, abbassando progressivamente il KH.

In uno dei miei acquari con una ricca vegetazione e privo di CO₂, ho osservato un calo del KH da 8 a 3 gradi nel giro di un anno. Un valore così basso può compromettere la stabilità del pH e la salute complessiva dell’ambiente acquatico.

Inoltre, la decalcificazione biogena è un processo che richiede un elevato dispendio energetico per le piante, che per questo tendono a crescere più lentamente rispetto a quelle che possono attingere carbonio direttamente dalla CO₂ disciolta.




Quando è consigliato usare la CO₂?

La CO₂ non deve essere utilizzata per abbassare il pH al solo scopo di adattarlo a specie di pesci acidofile. In questi casi è preferibile ricorrere a acidi umici: foglie di catappa, pigne di ontano, torba e simili, che abbassano il pH in modo più naturale e stabile.

Tuttavia, se l’acquario ospita numerose piante, specialmente a crescita rapida, è fortemente consigliato integrare la CO₂ per evitare squilibri legati al calo del KH.

Nei caridinai o negli acquari con poche piante lente, invece, si può tranquillamente evitare l’uso della CO₂: l’assorbimento di carbonio sarà così ridotto da non influenzare sensibilmente il KH.


È necessario un impianto CO₂ professionale?

Secondo la mia esperienza, non è indispensabile investire in un impianto professionale, specialmente in contesti "low cost". L'obiettivo non è ottenere valori elevati di CO₂, ma semplicemente garantirne una disponibilità costante, seppur minima, per evitare la decalcificazione biogena.

In un prossimo articolo, spiegherò in dettaglio:

  • quali sono i rischi associati a un KH troppo basso;

  • come produrre CO₂ a bassa pressione in modo economico con acqua, zucchero e lievito.

Si tratta di un metodo più semplice rispetto alla classica CO₂ in gel, ma altrettanto efficace, duraturo ed economico.


Conclusione

In un acquario ben piantumato, una moderata integrazione di CO₂ può fare la differenza nel mantenere stabili i parametri e garantire una crescita più sana delle piante. Non serve esagerare, né inseguire valori da acquascaping professionale. Basta poco, ma in modo costante.

Ecco perché continuo a utilizzare la CO₂ nei miei acquari: non per far crescere piante più velocemente, ma per evitare problemi strutturali legati alla chimica dell'acqua.


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Luce acquario led e lampadine cinesi contro neon


Alla luce della mia esperienza fino ad ora... posso dire che ancora i neon e la luce fluorescente in acquario è imbattibile!

Ma vediamo di approfondire meglio il discorso.

Come ideatore di un blog e di un sito web dedicato alla realizzazione di acquari a basso costo, potevo secondo voi non sperimentare il fattore "led" in acquario?

Certo che no.

Data poi la totale confusione che ancora pervade le nostre teste su questo argomento, volevo dare anche la mia opinione e la mia esperienza al riguardo.

Sulla base anche del precedente post che ho scritto, dove invito a considerare sopratutto la copertura della luce, piuttosto che la potenza... ho voluto sperimentare la luce prodotta da 2 lampadine a led in acquario per vedere le impressioni che avrei avuto.

In pratica speravo di poter affermare che i led potevano tranquillamente sostituire i neon in acquario in modo definitivo, avendo anche magari un bel risparmio in bolletta per quanto riguardava il consumo derivato dalla luce in acquario.

A parità di illuminazione "visiva" indubbiamente i led vi permettono di risparmiare almeno la metà dei consumi, in pratica si ha all'incirca la stessa resa "visiva" con la metà dei watt.
Per capire meglio, una lampadina a led da 6 watt all'incirca illumina come una lampadina al neon da 12 watt

Ma è solo un illusione...
Vediamo dove sta "l'inghippo".

Molti sapranno che i neon, t8 ma soprattutto i t5 penetrano l'acqua con maggior facilità. Cioè l'intensità luminosa prodotta dalle lampade arriva con buona potenza anche sul fondo dell'acquario, penetrando profondità dell'acqua anche di 40-50 cm senza problemi.

Il limite dei led in questo caso è proprio questo: hanno poca penetrazione in acqua.
Risultato: piante che crescono bene solo da metà in su, la parte alta in genere si sviluppa bene, ma la parte bassa delle piante tende a perdere le foglie perchè appunto la luce arriva con scarsa intensità.

Insomma, per il momento, si può dire che la migliore luce in acquario rimane quella prodotta da lampade lineari t5, almeno secondo la mia esperienza ventennale.

L'unico caso in cui si può utilizzare bene i led in acquario secondo me è in un caridinaio con muschio, anubias, cryptocoryne e microsorum

Una parolina poi spesa per le lampadine dei cinesi. Non compratele, che siano al neon o a led, sono prodotti veramente di scarsa qualità. Le lampadine al neon dichiarano wattaggi non reali, quelle a led dichiarano durate decennali, se non ventennali... la realtà però è molto diversa.
Nelle prove che ho fatto ho utilizzato una lampadina a led da 6 watt su un acquarietto da 20 litri circa.
Con un fotoperiodo di circa 7 ore al giorno la lampadina è durata circa 3 mesi.... ho detto tutto

Meglio spendere 1 euro in più a favore di marche italiane o europee.
Dai cinesi meglio comprare prodotti per la casa e non prodotti tecnologici, sempre in base alle mie esperienze.
Al prossimo post

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domenica 6 marzo 2016

Luce acquario quanti watt litro w/l? potenza e copertura


Un argomento che ritengo molto interessante, la luce in acquario

Molto spesso ci si chiede se la luce in acquario sarà sufficiente per coltivare alcuni tipi di piante in acquario

La domanda e le riflessioni, troppo spesso però, si concentrano esclusivamente sulla potenza:

  • quanti watt per coltivare le rosse?
  • quanti watt per far crescere bene il pratino?
Spesso si fa riferimento a formule tipo 0,5 watt/litro, 0,7 watt/litro ...basteranno?

Quello a cui invece si fa meno attenzione è la copertura

Infatti molto più importante della potenza, è quanto una luce riesce a distribuire la potenza in modo uniforme.

Non è un caso allora che in acquario si faccia spesso uso di neon lineari, proprio perchè garantiscono una maggiore distribuzione della luce.

Questo non significa che lampadine compact flash, ad esempio, non vadano bene... si può ottenere buoni risultati anche con quelle se ben distribuite.

Sta di fatto, che ha parità di wattaggio, risulti molto meglio un neon lineare, piuttosto che una luce o un faretto che concentra la propria potenza di luce solo su zone più ristrette dell'acquario

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venerdì 4 marzo 2016

Il riscaldatore in acquario serve? se ne puo' fare a meno?


Bene, oggi volevo affrontare l'argomento riscaldatore, che e' molto piu' interessante di quanto possa sembrare

Ovviamente, secondo la filosofia del blog, vi dico subito che non solo e' possibile evitarlo... in alcuni casi e' meglio non averlo

La cosa, come vedrete piu' avanti non e' assolutamente legata ad un banale fattore di rispormio economico, ma e' legata ad un fattore che donera' maggiore salute ai pesci e agli altri animali della vasca.

Come molti sapranno i pesci, a differenza dei mammiferi (ad esempio), sono animali a sangue freddo.

Cosa significa di preciso?

Che la temperatura del corpo segue la temperatura dell'ambiente, e' questo che regola il loro metabolismo. In estate, con temperature alte, mangiano molto, si muovono come schegge e si riproducono di continuo. In inverno, con temperature piu basse, il loro metabolismo rallenta e tendono ad essere piu statici, hanno anche meno appetito.

Molti pero' purtroppo non capiscono che i pesci non devono stare alla stessa temperatura tutto l'anno, perche' vivranno meno e saranno piu' stressati... quindi piu' sottoposti a malattie.

Molti considerano i pesci in acquario come cagnolini, gattini, che devono vivere al meglio... in base alle proprie sensazioni di umani

In realta' un pesce dovrebbe vivere come un pesce e non come un cagnolino col cappottino. Questo non significa essere crudeli, ma significa offrire ai nostri animali le condizioni, per quanto possibile, che troverebbero in natura.

Perche' solo cosi' saranno forti e sani

Ma cerchiamo di approfondire il concetto...

Molti pesci, anche tropicali, hanno range di temperature che variano dai 18 ai 30 gradi, ad esempio i classici neon, i danio rerio, i guppy, i platy e molti altri poecilidi e caracidi...

Considerando che normalmente i nostri appartamenti difficilmente scendono sotto i 17-18 gradi in inverno, si potrebbe tranquillamente pensare di non utilizzare alcun riscaldatore anche nel periodo invernale.

In realta' pero' servono alcune considerazioni per valutare la cosa.

Molti di voi sapranno che quello che maggiormente e' pericoloso per i pesci, e' lo shock termico... ossia un repentino cambio di temperatura, pericoloso anche nel caso di cambiamento brusco di temperatura da freddo a caldo

Tenendo conto di questo sara' necessario quindi considerare alcuni aspetti della vasca per capire se tenere un riscaldatore (magari al minimo) per evitare appunto eventuali shock termici, oppure valutare se evitare proprio di inserire/accendere il riscaldatore.


  1. La vasca e' aperta o chiusa? In caso la vasca sia aperta, l'escursione termica tra giorno e notte sara' notevole e piu' rapida, perche' l'acqua sara' direttamente a contatto con l'aria "fredda" e manchera' l'effetto "serra" creato dal tappo dell'acquario. In questo caso e' consigliabile tenere un riscaldatore al minimo in acquario.
  2. L'acquario di piccole dimensioni (esempio 30 litri) tendera' a cambiare la temperatura dell'acqua piu' in fretta, proprio perche' una massa di liquido grande trattiene maggiormente il calore rispetto ad una massa piu' piccola di liquido. Anche in questo caso e' consigliabile tenere un piccolo riscaldatore al minimo per scongiurare shock termici ai pesci
  3. Valutare lo spesore dei vetri dell'acquario. Ovviamente con vetri sottili la dispersione del  calore sara' maggiore rispetto ad un acquario con vetri piu' spessi. Ad esempio, se avete acquari comprati al supermercato, i vetri saranno fini, perche' sono acquari economici. In quest'ultimo caso e' consigliabile tenere un riscaldatore in acquario sui 18 gradi, in modo che la temperatura non possa scendere ulteriormente.
Quello che invece risulta ininfluente e' la posizione dell'acquario, magari vicino a finestre e porte, pensando che la temperatura esterna (quando magari si apre una finestra) possa far scendere repentinamente l'acqua dell'acquario.
L'acqua non e' come l'aria, si riscalda e si raffredda molto piu' lentamente, per cui pochi minuti in cui magari stendete i panni, non condizioneranno la temperatura dell'acqua dell'acquario e non creeranno problemi

Concludo dicendo che ovviamente bisogna valutare anche i pesci che avete, informatevi sulle temperature... e se proprio non toglierete il riscaldatore, mettetelo a temperature che permettano ai pesci di brallentare il metabolismo... e vivere piu' a lungo

Se mi viene in mente altro.... aggiorno
Alla prossima




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Come può funzionare un acquario con solo un filtro meccanico?


Nel post precedente immagino che alcuni si saranno chiesti come puo' in un acquario piuttosto affollato essere sufficiente un piccolo filtro meccanico

La risposta si trova nel libro di Diana Walstad "Ecologia dell'acquario di piante", che invito tutti a leggere, anche se purtroppo oggi si trova solo in lingua originale, inglese

Nel libro vengono scardinate molte delle convizioni acquariofile che duravano da decenni... e' pò come aver scoperto all'improvviso che la terra non era quadrata!

Ovviamente ogni dichiarazione e' supportata da esperimenti e test "scentifici" che confermano le dichiarazioni stesse.

In questo caso la scoperta rivoluzionaria e' stata che le piante non assorbono direttamente nitrati, come si era sempre pensato, ma ammonio e ammoniaca.

Quando non dispongono di ammonio e ammoniaca direttamente, trasformano i nitrati presenti in acquario di nuovo in ammonio/ammoniaca e li assorbono. Vanificando cosi' il lavoro dei batteri e facendo fare doppia fatica alle piante per crescere.

In base a questo quindi il filtro biologico e' controproducente in un acquario con molte piante.

Adesso vi starete chiedendo che succede però in caso le piante abbiano problemi e non crescano. Non assorbono ammonio e ammoniaca, che sono molto tossici ed i pesci muoiono.

Sarebbe cosi' se non ci fosse un "salvagente naturale" che ci siamo dimenticati di tenere in considerazione: i batteri!

Ma come, non avevi detto che in questo acquario non e' previsto il filtro bioogico e di conseguenza non ci sono batteri?

I batteri ci sono eccome, non hanno la loro casetta nel filtro biologico, perche' sparsi in tutto l'acquario: fondo, vetri, struttura delle piante, sassi, rocce e legni.

Scommetto che si formano piu' batteri in una porzione di muschio che nei cannolicchi del piccolo filtro biologico.

Quindi in caso di problemi con le piante, i batteri trasformeranno l'ammonio accumulato in nitriti e nitrati, proprio come succede con un normale filtro biologico. Quando poi le piante si riprenderanno trasformeranno quei nitrati di nuovo in ammonio per assorbirlo.

Beh, c'e' da dire che per realizzare un acquario del genere serve buona sensibilita', se pensate di mettere dopo 2 settimane dall'avvia dell'acquario 40 pescetti in 30 litri... no dimenticate quello che ho scritto e continnuate ad andare nel vostro negozio di acquari preferito... e fatevi consigliare dal negoziante

Alla prossima...

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Come avere "tanti" pesci in acquario


La foto sopra e' di un mio acquario di 80 litri circa con solo un filtro meccanico in cui allevavo poecilidi, i classici platy, guppy, molly baloon, black molly... molti di voi sapranno che sono pesci molto prolifici, ed infatti erano diventati decine e decine...

Ma perche' un sistema come questo "regge" anche con tanti pesci?

La parola magica e' allevamento, non perche' siccome sono nati e cresciuti nel tuo acquario sono piu' fighi e allora sporcano meno. Il punto e' che allevare significa appunto far nascere, far crescere e portare di nuovo alla riproduzione gli esemplari diventati adulti.

Questo processo avviene in contemporanea allo sviluppo dell'ambiente intorno, che comprende piante, altri organismi e batteri.
L'ambiente in questo caso si sviluppera' insieme allo sviluppo dei nuovi pesciolini nati in acquario, i batteri cresceranno in sintonia con l'aumento dei pesci, che sporcheranno maggiormente e forniranno alimenti allo sviluppo di nuovi batteri.
Anche le piante avranno maggiori composti azotati da smaltire e aumenteranno di massa...

Ecco perche' in questo caso il sistema "regge".
Immaginate oraun palazzo in costruzione che procede lentamente secondo le direttive dell'architetto, partendo dalle fondamenta e sviluppandosi secondo precisi criteri verso l'alto.
Adesso immaginate un palazzo abusivo costruito da incompetenti, che si svviluppera' in modo anomalo perche' senza regole e senza obblighi di legge, costruito quindi anche in tutta fretta

Io andrei ad abitare nel primo palazzo... voi, fate voi

Per concludere... anche qui si forza il sistema, ma secondo regole naturali. Mica penserete che i pesci in unlaghetto ci siano arrivati dal cielo, in massa, stile cometa?

Ovvio che poi in natura il limite verra' determinato dalla quantita' di cibo disponibile per tutti, microrganismi compresi, alcuni moriranno e si creera' l'equilibrio naturale.

In acquario non vogliamo far morire i pesci, per cui ad un certo punto ovviamente dovremo togliere qualche pesce per non far collassare il sistema, magari regalandoli a qualcuno che credo li accettera' volentieri.

Un buon momento in questo caso per regalare qualche pesce di troppo, potrebbe coincidere con una massiccia potatura delle piante: meno massa vegetale, periodo di blocco delle piante, minore smaltimento del carico organico... meno pesci che lo creano :-)

Alla fine, pensare in questo modo, diventera' un riflesso automatico semplicissimo, proprio come sbattere gli occhi o respirare. Aumentera' la vostra sensibilita' verso il sistema e verso gli animali che lo ospitano.

Non e' questo in definitiva che dovrebbe insegnarci l'acquariofilia?

O preferite fare cambi schematici, test, sifonature e cicli di carbone attivo perche' l'acqua e' giallina? e solo perche' ve lo hanno consigliato?

Volete fare come Pino la lavatrice? "tu mi dici cosa devo fare, ed io lo faccio!"

Secondo me cosi' l'acquario vi verra' a noia e lo butterete, ma quando lo farete fatemi un fischio e fatemi sapere il cassonetto dove lo avete lasciato ehehehe

al prossimo post

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Acquario armonico con piante e pesci


Cosa succede invece nell'acquario suggerito da Konrad Lorenz o dalla Walstad?

Piu o meno quello che succede in un ecosistema naturale, o almeno, se non altro, segue le stesse regole e gli stessi principi.

L'acquario viene quasi completamente lasciato a se stesso, il nostro compito principale diventa quello di cercare di capire cosa succede al suo interno, come interagiscono gli animali con l'ambiente, compreso microrganismi e gasteropodi.

La prima cosa da capire e' che ogni ecosistema tende a trovare da solo il proprio equilibrio, proprio anche in funzione degli animali e delle piante che lo abitano.
E' come la forza di gravita', puoi contrastarla, ma appena "lasci" ti richiama a se.

Immaginate una pallina che rotola lentamente lungo una lieve discesa, prima o poi si fermera' e trovera' la stabilita'... e' solo questione di tempo e di quanto e' lunga la discesa...

In un acquario alla Walstad quella "pallina" arriva in fondo e si ferma, solo a quel punto si  sviluppera'... proprio sulla base dell'equilibrio appena raggiunto.

In un acquario tradizionale invece, per la fretta, cercheremo di fermare prima quella pallina, magari a meta' discesa, con sassini e legnetti che la bloccano. Ma bastera' un soffio di vento affinche' la pallina continui la sua lenta discesa, verso l'equilibrio naturale che vorrebbe raggiungere (la fine della discesa). Ma ancora noi la ostacoleremo con un equilibrio forzato, magari sempre da un sassolino ostacolo che la frenera' ancora per un pò.

Questa continua destabilizzazione di un acquario tradizionale fara' in modo che la "pallina" non arrivi mai in fondo alla discesina, per trovare il suo equilibrio naturale, perche' impossibilitata dai nostri interventi che mirano a trovare un equilibrio alternativo, a meta' discesa.

Ma quindi un acquario stile Waltstad quanti pesci può contenere?
In questo tipo di acquari quindi solo piante e pochissimi pesci?

Non proprio, vediamo come e' possibile "forzare" un acquario con equilibrio stabile
Al prossimo post

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giovedì 3 marzo 2016

Acquario con troppi pesci problemi


Ma facciamo un esempio concreto di un acquario di dimensioni non adeguate con troppi pesci, inseriti quasi subito e senza criterio.

Che cosa succederà?

Servirà un filtro biologico, perchè generalmente si pensa che le piante siano difficili da gestire, servano l'impianto di co2 e i fertilizzanti, oltre alla luce forte, da sostituire con neon specifici per acquariofilia ogni 8 mesi.

Ovviamente vedremo che non è proprio così.

Ma torniamo al filtro. Sarebbe meglio sovradimensionato, il carico dei pesci è notevole...

Se il filtro funziona bene ci saranno comunque eccessi di nitrati, che dovremo smaltire con copiosi cambi d'acqua. In genere tagliando l'acqua di rubinetto con osmosi, solo perchè il negoziante ce l'ha detto, per raggiungere i "valori ideali" ...magari con un fritto misto di pesci, bah

Ci sarà poi da sifonare il fondo, i pesci sporcano molto, nonostante il filtro sovradimensionato, sarebbe meglio togliere lo sporco. In un acquario con equilibrio stabile, quindi piante e pochi pesci, sarebbe concime per le piante. Ma qui non abbiamo piante (erano troppo esigenti no?)
Questa operazione, sifonare il fondo, inoltre destabilizza il sistema, perchè oltre lo sporco elimineremo anche molti batteri del fondo, essenziali invece in un sistema sovraccarico

Poi arriveranno le alghe, perchè il sistema è squilibrato, nessuno assorbe gli inquinanti... e molti invece inquinano, creando un accumulo che per la legge di Liebig bloccherà la crescita di quelle poche piante che abbiamo, creando sempre più squilibrio e sempre più alghe, che in realtà terranno a "galla la nave in tempesta" insieme ai cambi d'acqua e le sifonature...

E vai di prodotti chimici per eliminare le alghe, senza cercare di capire invece il motivo per cui vengono

Potrebbe anche mancare l'ossigeno in estate, sia pesci che batteri del filtro sovradimensionato, ne consumano parecchio... e le piante sono poche, potrebbe essere utile un areatore

Questo all'incirca la partenza, di solito poi i problemi aumentano

Di solito mi piace pensare che se questo acquario fosse una persona, assomiglierebbe molto ad un malato terminale, che sopravvive solo grazie a macchinari e medicine

Nel prossimo post invece vedremo un esempio concreto di Acquario con equilibrio stabile, quello di Konrad Lorenz e Diana Walstad

Quello che invece penso si possa rappresentare come una persona sana e forte :-)




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Cambi d'acqua, osmosi, sali, sifonature, batteri, biocondizionatori


Ma quindi questo primo acquario pieno di forme, colori e movimento si può fare?

Il problema è proprio qui, si ... si può fare!

E allora perchè dici che è un problema?

Perchè si può fare, ma a patto che tu faccia cambi d'acqua schematici e programmati, che sifoni il fondo sempre in modo programmato, che pulisci il filtre ogni 2 settimane, che usi il biocondizionatore,  che inserisci la resina anti nitrati, antifosfati, che fai un ciclo di carbone attivo, che inserisci batteri all'inizio e ad ogni cambio dell'acqua, che fertilizzi secondo questa tabella, poi serve la co2 e devi ricaricarla, sabbia e fondo fertile è obbligatorio, acqua di osmosi... poi vediamo... ogni volta che torni in negozio ti aggiorno dai

E' l'equilibrio instabile di cui parlavo nei precedenti post, interventi esterni a fare in modo che l'equilibrio, di un sistema sovraccarico fin dalla partenza, si mantenga

E' la nave in tempesta, che nonostante tutto galleggia

Il punto è... va bene!

... ma sarebbe giusto la gente sapesse che c'è un altro modo di fare acquari, quello di cui parlava Lorenz, su cui ha scritto un libro Diana Walstad

e non costa quasi nulla... sia in termini di tempo che di denaro

poi uno sceglie, se vuole forme, colori e movimento subito, in uno spazio inadeguato, può farlo, ma costa soldi tempo e fatica, e purtroppo spesso anche la vita di molti dei nostri amici pescetti

Ci sono persone che non hanno soldi e vorrebbero provare a fare un acquario, magari proprio nel modo corretto

"Ma spaventati, disorientati e senza un centesimo in tasca desistono"

A voi... ragazzi e meno giovani...

Seguite il blog :-)




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Forme colori e movimento in acquario


Quindi la colpa è soprattutto dei neofiti che si avvicinano all'acquariofilia in modo errato.

Vediamo perchè...

Quali sono i desideri che attirano generalmente chi si avvicina per la prima volta all'acquariofilia?

In genere si desidera un acquario che sia ricco di:

  1. Forme
  2. Colori
  3. Movimento
e tutto si traduce in:

  • Forme = pesci grandi
  • Colori e movimento = tanti pesci e di specie diverse
Purtroppo non finisce qui, tutto questo, se possibile, in acquari non troppo grandi, perchè non abbiamo spazio in casa.

E non finisce neppure qua...

Ci piacerebbe vedere forme, colori e movimento il prima possibile, insomma, non vediamo l'ora di poter ammirare i nostri bei pesciolini nuotare nel nostro acquario finito!

Come detto anche nel post precedente, non c'è niente di male in questo, è comprensibile, ed io stesso ero animato dalle stesse emozioni, quando ho cominciato.

A questo punto entrerete nel negozio di acquari di fiducia.
Se con la coda dell'occhio avete notato il negoziante che, mentre entravate, si stava strofinando le mani... nel prossimo post vi spiegherò perchè ...

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L'acquario stabile funziona, l'acquario instabile può funzionare!



L'acquario stabile, quello della wastald e quello di Konrad Lorenz funziona perchè l'equilibrio viene assecondato fin da subito e raggiunto secondo un metodo naturale.
Il rispetto dei tempi, la biodiversità e la graduale immissione di animali all'interno dell'acquario garantisce un rapido però raggiungimento dell'equilibrio, che durerà nel tempo.

Il problema nasce dal fatto che anche un acquario instabile, quello tradizionale, consigliato dal negoziante al neofita, può funzionare... proprio come una nave in un mare in tempesta può continuare a galleggiare.
Il problema è che io non vorrei essere a bordo!

Il punto però è: perchè generalmente il negoziante di acquariofilia (non tutti, ma quasi) consigliano un modo errato di cominciare un acquario?

No aspettate, so gia cosa mi risponderete... PER SOLDI!

In parte, ma la colpa non è solo loro, tutt'altro.

In realtà la colpa principale ce l'hanno proprio la maggior parte delle persone che si avvicina in modo sbagliato al concetto stesso dell'acquario.

Non intendo fare filosofia sull'acquariofilia, il concetto è molto più concreto ed in parte anche comprensibile.
Io stesso, molti anni fa, ho cominciato male... ed ho speso inutilmente molti soldi.
Ma il problema principale è che oltretutto, fino a pochi anni fa, non ci avevo capito nulla di acquari :-)
Ora non sono un genio, ma qualcosa ho capito... e cerco di spiegarvela.
Al prossimo post

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Equilibrio stabile ed equilibrio instabile


Il motivo per cui lorenz e la walstad dicono una cosa e la realtá acquariofila di oggi sembra dimostrare il contrario... é perchè esistono diversi equilibri e di conseguenza diverse tipologie di acquari.

Esiste ľequilibrio stabile e ľequilibrio instabile... per cui esistono acquari tendenzialmente stabili e instabili.


Ľacqurio di lorenz e quello della walstad sono acquari tendenzialmente stabili, quello che generalmente vi consiglierá di fare il negoziante, la prima volta che entrerete in un negozio di acquari... sará tendenzialmente instabile

Vediamo perché... non perdete il prossimo post!

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Che cos'é ľacquariofilia?


Konrad lorenz, nel suo ľanello di re salomone diceva: ľacquario, una cosa che non fa danni!

La Walstad dice che il suo miglior acquario è nato da solo, dimenticando una vasca con delle potature sul davanzale della finestra

Eppure se si entra in un negozio di acquari oggi, non sembra tutto cosí semplice, e di danni, almeno al portafogli, ľacquario sembra farne molti...

Come mai? Cosa è successo?... forse konrad lorenz si sbagliava?

Continua nel prossimo post, non perdetelo!




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Acquario senza filtro... possibile?





Prima di cominciare cerchiamo di capire cosa si intende per filtro

Generalmente quando si parla di filtro acquario si intende un filtro sia meccanico che biologico.

Il filtro meccanico in genere si identifica con una spugnetta o la lana di perlon. Serve a togliere le impurità grossolane dall'acqua, le particelle in sospensione che spesso rendono l'acqua torbida

Il filtro biologico invece è identificato dai cannolicchi, le bioballs o altro materiale che permette, grazie alla propria porosità, la colonizzazione da parte dei batteri. Questo filtro trasforma chimicamente le sostanze tossiche in sostanze meno tossiche.

Quando si dice acquario senza filtro, in genere ci si riferisce ad un acquario senza filtro biologico
Quindi si, un acquario puo NON avere un filtro biologico, anzi alcuni acquari funzionano meglio senza un filtro biologico... con soltanto un filtro meccanico

Perche?

Perche filtro biologico e piante vanno in conflitto... si nutrono di ammonio e ammoniaca

E se si ha il filtro biologico in un acquario ricco di piante, le piante devono faticare il doppio per nutrirsi

Molti non lo sanno, ma le piante non si nutrono direttamente di nitrati, ma li trasformano nuovamente in ammonio per assorbirlo

Ecco dove sta il doppio lavoro

In sostanza un acquario ricco di piante con filtro biologico ha un eccessivo e inutile consumo di ossigeno (ad opera dei batteri del filtro biologico) e le piante cresceranno a fatica e piu' lentamente.

Approfondirò il tema nei prossimi post e spiegherò come realizzare e progettare dall'inizio un acquario senza filtro biologico

ATTENZIONE: Un acquario senza filtro biologico va progettato fin dall'inizio, togliere il filtro biologico "di punto in bianco" da un acquario in funzione da mesi o anni può dare risultati catastrofici.La cosa va valutata attentamente e se non siete esperti prima di farlo fatevi consigliare il giusto procedimento da una persona esperta

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