Piu o meno quello che succede in un ecosistema naturale, o almeno, se non altro, segue le stesse regole e gli stessi principi.
L'acquario viene quasi completamente lasciato a se stesso, il nostro compito principale diventa quello di cercare di capire cosa succede al suo interno, come interagiscono gli animali con l'ambiente, compreso microrganismi e gasteropodi.
La prima cosa da capire e' che ogni ecosistema tende a trovare da solo il proprio equilibrio, proprio anche in funzione degli animali e delle piante che lo abitano.
E' come la forza di gravita', puoi contrastarla, ma appena "lasci" ti richiama a se.
Immaginate una pallina che rotola lentamente lungo una lieve discesa, prima o poi si fermera' e trovera' la stabilita'... e' solo questione di tempo e di quanto e' lunga la discesa...
In un acquario alla Walstad quella "pallina" arriva in fondo e si ferma, solo a quel punto si sviluppera'... proprio sulla base dell'equilibrio appena raggiunto.
In un acquario tradizionale invece, per la fretta, cercheremo di fermare prima quella pallina, magari a meta' discesa, con sassini e legnetti che la bloccano. Ma bastera' un soffio di vento affinche' la pallina continui la sua lenta discesa, verso l'equilibrio naturale che vorrebbe raggiungere (la fine della discesa). Ma ancora noi la ostacoleremo con un equilibrio forzato, magari sempre da un sassolino ostacolo che la frenera' ancora per un pò.
Questa continua destabilizzazione di un acquario tradizionale fara' in modo che la "pallina" non arrivi mai in fondo alla discesina, per trovare il suo equilibrio naturale, perche' impossibilitata dai nostri interventi che mirano a trovare un equilibrio alternativo, a meta' discesa.
Ma quindi un acquario stile Waltstad quanti pesci può contenere?
In questo tipo di acquari quindi solo piante e pochissimi pesci?
Non proprio, vediamo come e' possibile "forzare" un acquario con equilibrio stabile
Al prossimo post
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